1. Overture prenatale

1. Overture prenatale

L’Incanto della Mamma

All’inizio era il Suono,
Il Suono era presso la Madre,
La Madre era il Suono


(parafrasi del prologo del Vangelo secondo Giovanni)

Inizieremo da queste suggestive affermazioni,   che esercitano un forte richiamo, un senso di indicibile e piacevole mistero ed il suo svelarsi…
La riflessione schiude il suo sipario sull’evidente influenza della voce materna sul vissuto originario di ciascuno ed in essa indica uno degli elementi di continuità d’esperienza fra la vita prenatale e quella che segue la cesura della nascita.
In particolare essa rappresenta input di embrionali processi d’incantamento, di fantasia, di imagérie che si esprime in modo creativo attraverso la danza motoria del bambino.
Si rende necessaria una premessa occupandosi in termini psicoanalitici di questioni musicali. La musica presenta una scena manifesta tanto quanto una nascosta, e questo la rende passibile di significati inconsci.  In questo senso il linguaggio musicale similmente a quello parlato, risulta ascrivibile fra gli eventi soggetti alla teoria psicoanalitica.
In successive trattazioni avremo modo di affrontare tali aspetti riguardo la scrittura creativa, la poesia…
Poiché l’inconscio affonda le sue radici nell’infanzia, si può chiarire con maggior semplicità il significato inconscio della musica a partire dalle filastrocche infantili.
Infatti ragionando a partire da segni ritmici ed intonativi, si osserva che uno dei primi piaceri del bambino, la rima, trae origine dal divertimento infantile di giocare con l’omofonia, come Freud stesso aveva già constatato, e come Fornari ha poi ripreso.
Il bambino può far uso di filastrocche allo scopo di tenersi compagnia (anche le prime vocalizzazioni avrebbero la stessa funzione). Le madri, che intuitivamente ne comprendono la sottostante funzione consolatoria, evitano di persuadere il loro bimbo a non giocare col ‘non sense’ dei suoni e delle parole, anzi, esse stesse ne promuovono l’apprendimento!
Il senso del nonsenso è quello di costituire un gioco ritmico-fonico puro, che coinvolge i suoni per una relazione di specularità fra di essi.
Dunque il rispecchiamento fra suoni, esercitando una funzione di compagnia, starebbe al bambino come la nota copertina starebbe a Linus.
Alla stregua quindi di oggetti transizionali così coniati da Winnicott, i giochi ritmico-fonici entrano a pieno titolo a far parte di quei ‘segni della madre’ al riparo dei quali prospera la vita onirica del bambino con i suoi incantesimi primari, avvicinabili a quelli dei popoli primitivi per magicità.
Ma da dove nasce l’incantamento ?
Presto avremo modo di parlarne….

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